La Corte Suprema mantiene tre condanne, tra i 12 e i 15 anni di reclusione, per aggressione e abuso sessuale di ragazze in quanto la nuova legge non è più vantaggiosa Notizie legali

La Camera Penale ha emesso tre nuove condanne, previa risoluzione di altrettanti ricorsi, in cui condanne da 12 a 15 anni di reclusione a tre accusati di violenza sessuale o abuso sessuale di minori, due degli atti avvenuti nelle Isole Canarie e il terzo a Maiorca. Il tribunale mantiene le sanzioni escludendo l'applicazione retroattiva della Legge 10/2022 sulla Garanzia Integrale della Libertà Sessuale come maggiori benefici nei tre casi specifici esaminati.

Nella prima sentenza, la Suprema Corte ha confermato la condanna a 15 anni di reclusione per un uomo per il reato continuato di violenza sessuale con intimidazione, accesso carnale e quasi parentela nei confronti di una figlia del suo partner sentimentale, poiché la ragazza aveva 12 anni vecchio e per diversi anni. I fatti si sono verificati nelle Isole Canarie.

La Camera rigetta tutti i motivi dell'impugnazione della convenuta, ed inoltre non ritiene più vantaggiosa la nuova legge applicabile retroattivamente, come sosteneva la ricorrente, non essendo così nel caso specifico esaminato.

Pertanto, la Suprema Corte ha sostenuto che i precetti del previgente codice penale applicabili al reato aggravato ritenevano di impedire la pena detentiva da 13 anni e 6 mesi a 15 anni, e la continuità penale determinavano l'irrogazione della pena di 14 anni e Da 3 mesi a 15 anni, elevabili anche alla metà inferiore della pena superiore, cioè fino a 18 anni e 9 mesi.

In modo che, in conformità con le disposizioni della legge organica 10/2022, del 6 settembre, sulla piena garanzia della libertà sessuale, i soggetti sono considerati costituenti un reato di violenza sessuale su un minore di 16 anni sancito dall'art. 181.2, comma 3, 4 e 12 e) cp, per cui l'intervallo penologico della pena detentiva applicabile sarebbe da 6 anni e 15 mesi a 13 anni. E con continuità penale, determinerebbe l'irrogazione di una pena da 9 anni e 15 mesi a 18 anni che potrebbe essere aumentata fino alla metà inferiore della pena superiore, cioè fino a 9 anni e XNUMX mesi.

Nel caso di specie, aggiunge la Suprema Corte, il Tribunale provinciale, “debitamente motivato, ha deciso di irrogare una pena detentiva prolungata a 15 anni, ove, a norma di quanto applicato, coincide con il limite massimo della pena indicato per la tipologia penale, senza avvalersi della facoltà di aumentarla entro la metà inferiore della pena superiore, secondo quanto previsto dall'ultimo comma dell'art. 74 PC”.

14 anni per abusi su due nipoti politici

La Camera penale ha confermato la condanna a 14 anni di reclusione inflitta a un uomo per due reati di abuso sessuale, uno dei quali con accesso carnale, a due nipoti politici, tra i 6 e gli 8 anni, di cui si prendeva cura occasionalmente alle Canarie Isole mentre i loro genitori lavoravano. Secondo i fatti accertati, il condannato palpeggiava i minori e inseriva in uno di essi un oggetto non specificato dopo averla portata in bagno con gli occhi bendati.

Il tribunale provinciale di Las Palmas de Gran Canaria ha condannato il ricorrente con il precedente regolamento, in vigore al momento in cui si sono verificati i fatti, come autore di due reati di abuso sessuale di minori di 13 anni, uno del tipo base e il l'altro con accesso carnale, con l'aggravante dell'abuso di superiorità (art. 183 4 d), a 4 anni e 1 giorno di reclusione per il primo reato ea 10 anni e un giorno di reclusione per il secondo. La sentenza di primo grado ha inflitto la pena nella parte superiore quando ha concorso la predetta aggravante di abuso di superiorità.

Effettuata l'obbligatoria analisi comparativa tra le due norme, la precedente e quella attuale, la Suprema Corte non applica la nuova legge 10/2022 sulla garanzia integrale della libertà sessuale in quanto non più favorevole al condannato.

Dodici anni per violenza sessuale con prevalente nipote

Insomma, la Sezione Penale della Suprema Corte ha confermato la condanna a 12 anni di reclusione per un uomo per il reato di violenza sessuale con penetrazione vaginale della nipote, che all'epoca dei fatti aveva 14 anni, con l'aggravante circostanza che consente di prevalere di un rapporto di superiorità. Questo caso si è verificato nel novembre 2014 in una fattoria di proprietà dei genitori dell'imputato a Maiorca, e la Corte Suprema respinge tutti i motivi per il ricorso del condannato contro la sentenza del Tribunale provinciale di Palma.

La Camera esclude anche l'applicazione retroattiva della nuova legge 10/2022 sulla Garanzia Integrale della Libertà Sessuale, che l'imputato ha ritenuto più vantaggiosa, dopo aver sentito che ora la pena minima sarebbe stata ridotta a 7 anni di reclusione.

La Suprema Corte rigetta la sua domanda e sottolinea che la nuova Legge non solo non è più favorevole, ma che nel caso specifico, una violenza sessuale su un minore di 16 anni con penetrazione vaginale, con l'uso della violenza e con la prevalenza di un rapporto di superiorità, la pena minima non solo non è diminuita con la nuova Legge ma ha ammonito, poiché ora sarebbe di 12 anni e mezzo rispetto ai 12 anni imposti, per cui non ha senso pretendere in questo caso la applicazione retroattiva della legge più favorevole.

Con queste tre nuove sentenze, la Camera ha deliberato ad oggi ricorsi contro 23 condanne per reati sessuali in cui ha esaminato se la nuova legge 10/2022 fosse più favorevole e quindi applicabile retroattivamente ai sensi dell'articolo 2.2 del codice penale. In 14 dei casi le sanzioni sono state mantenute perché la nuova Legge è più vantaggiosa, e in 9 sono state ridotte perché ritenute più favorevoli.