La Suprema Corte boccia il doppio congedo di maternità nelle famiglie monoparentali Legal News

Una recente sentenza della Suprema Corte ha bocciato che una ragazza madre possa godere del congedo per nascita e cura del minore che sarebbe spettato a un altro genitore.

L'alta corte ha indicato di non vedere alcuna copertura legale per avallare il doppio permesso per le famiglie monoparentali, sottolineando che la sua funzione è "l'applicazione e l'interpretazione della norma, ma non la creazione del diritto".

La Sezione IV si è pronunciata nel ricorso proposto dal Pubblico Ministero in relazione alla domanda di un genitore monoparentale che chiedeva un assegno per la nascita e per la cura dei figli in aggiunta a quello di cui aveva già goduto.

La Camera ha rigettato la domanda di sentire che la configurazione del regime previdenziale corrispondeva esclusivamente al legislatore, il quale ha recentemente respinto in Senato un emendamento volto ad introdurre nella legge una modifica in tal senso. Inoltre, la sentenza motiva che spetta al legislatore la responsabilità dei diversi interessi in gioco - corresponsabilità nella cura del figlio, interesse del minore, interesse del genitore - e decide la soluzione più conveniente in tal senso considerare.

La causa è giunta in Cassazione dopo che la donna ha intentato causa contro la decisione dell'Istituto nazionale della previdenza sociale di non consentirle di godere anche dell'assegno per la nascita e la cura dei figli che spetterebbe all'altro genitore.

Il tribunale sociale numero 5 di Bilbao ha respinto tale domanda e, dopo aver presentato ricorso, il caso è passato nelle mani della Corte superiore di giustizia dei Paesi Baschi, che ha corretto la decisione iniziale e ha dato ragione alla donna. Prima di tale delibera, la Procura si rivolgeva alla Suprema Corte per chiedere l'unificazione della dottrina.

Altre prospettive

Il conflitto che l'Alta corte sta ora risolvendo nasce da una gocciolatura di sentenze giudiziarie che hanno imposto ad alcune madri single di estendere l'assegno di maternità da 16 settimane a 26 o 32 settimane per evitare discriminazioni dei propri figli rispetto a quelle con due genitori a casa.