Il Congresso approva la riforma del codice penale per punire le molestie nei confronti delle donne che vogliono abortire · Notizie legali

La sessione plenaria del Congresso dei Deputati ha approvato questo giovedì la proposta di riforma del codice penale, per introdurre un nuovo tipo di criminalità che sanziona le molestie alle donne che si rivolgono alle cliniche abortiste, così come ai professionisti che vi lavorano.

Il Progetto di Legge Organica per la modifica della Legge Organica 10/1995, del 23 novembre, del Codice Penale è stato approvato con 204 voti favorevoli e 144 contrari, proseguendo la sua trasmissione al Senato. Il testo approvato coincide con quello del parere emesso dalla Commissione Giustizia, avendo respinto tutti gli emendamenti tenuti in vita per la discussione in plenaria. Parimenti, detto parere coincide con la relazione predisposta dal giornale. Il testo approvato dalla Camera ha raggiunto la maggioranza assoluta richiesta in una votazione finale nel suo insieme data la sua natura organica.

Lo scopo di questa iniziativa è di ampliare gli articoli del codice penale per fornire "sicurezza giuridica sia per le donne che vogliono interrompere la gravidanza che per i professionisti che vi partecipano", come stabilito nella legge organica 2/2010, del 3 marzo, sessuale e salute riproduttiva e l'interruzione volontaria della gravidanza, e che riconosce il diritto delle donne ad interrompere liberamente e volontariamente la gravidanza nelle prime 14 settimane di gravidanza.

nuovo regolamento

Il nuovo e unico articolo, 172 quater cp, che propone l'iniziativa, ha acquisito una nuova formulazione nella fase di presentazione della Commissione Giustizia. La prima sezione affermava che:

"Per ostacolare l'esercizio del diritto all'interruzione volontaria della gravidanza, molestare una donna con atti molesti, offensivi, intimidatori o coercitivi che ledano la sua libertà, sarà punito con la reclusione da tre mesi a un anno o il lavoro a beneficio di la comunità da trentuno a ottanta giorni.


Questa nuova formulazione risponde all'emendamento numero dodici dei gruppi socialisti e confederali di United We Can-En Comú Podem-Galicia in Common.


Allo stesso modo, l'articolo ha stabilito che:

"Le stesse sanzioni saranno comminate a chiunque, con le modalità descritte nel comma precedente, molesti i medici oi direttori dei centri autorizzati ad interrompere la gravidanza con lo scopo di ostacolare l'esercizio della propria professione o posizione".


Inoltre, tale disposizione afferma che:

"Data la gravità, le circostanze personali dell'autore e le concorrenze nell'esecuzione dell'atto, il tribunale può anche imporre il divieto di recarsi in determinati luoghi per un periodo da sei mesi a tre anni". E la norma stabilisce anche che «le sanzioni previste in questo articolo saranno comminate fatte salve quelle che potrebbero corrispondere ai reati in cui saranno specificati gli atti di molestia». Pertanto, queste sezioni mantengono la loro formulazione originale.


Infine, è stato anche inserito al termine della presentazione che “nel perseguimento delle cose descritte nel presente articolo non sarà necessaria la denuncia dell'aggravante o la sua rappresentanza legale”.

elaborazione parlamentare

L'iniziativa è partita con la votazione parlamentare del 21 settembre 2021, dopo aver considerato il dibattito sulla decisione, con 199 voti favorevoli, 144 contrari e 2 astenuti.

Trattandosi di emendamenti integralmente presentati, è stato mantenuto l'intero dibattito, in cui sono stati respinti i testi alternativi emendamenti dei gruppi Popular e Vox, con 142 voti favorevoli, 205 contrari e 1 astensione, nel caso del primo, e con 53 voti favorevoli e 295 contrari, nel caso del secondo.


Concluso l'intero dibattito e scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti, ai sensi degli articoli 113, 114 e 116 del Regolamento del Congresso, la Commissione Giustizia ha nominato al suo interno un Comitato che, in considerazione del testo e degli emendamenti Al articoli presentati, ha scritto per informare che, dopo non aver recepito emendamenti dopo la sua discussione in commissione, coincide con il testo del parere.


Una volta approvato dalla sessione plenaria del Congresso a maggioranza assoluta, data la sua natura organica, sarà inviato al Senato, dove proseguirà il suo iter parlamentare.