Questo è il menu del Mejorar, il terzo miglior ristorante al mondo

Snack croccanti fatti al microonde, aerati grassi, multigusto o un tavolo pannellato da cui escono spuntini diversi. I suoi numerosi chef sono in grado di portare innovazione continua, creare nuove tecniche e nuovi concetti, sorprendere stagione dopo stagione anche i clienti più scettici. Novità e creatività sempre con un senso, con una logica in ciò che viene servito nel piatto. E con una revisione permanente della cucina classica e popolare. Questo è Enjoy, il risultato dell'unione, dello sforzo congiunto di tre grandi chef, Oriol Castro, Eduard Xatruch e Mateu Casañas, che basano il loro successo sul lavoro, sulla ricerca di nuove linee con cui avanzano nella loro cucina.

Eredi di El Bulli senza che questo significhi che questa casa è una continuazione di quella. Ma è del suo spirito, quello a cui Oriol, Eduard e Mateu hanno contribuito in modo eccezionale per tanti anni. Dalla sua apertura a gennaio 2015 abbiamo già sentito dire che ci trovavamo di fronte a uno dei grandi ristoranti in Spagna. E del mondo. Il suo terzo posto nella lista marchigiana e sempre discutibile dei 'Ristoranti' non è altro che la conferma che l'universo gastronomico si arrende all'ottimo lavoro di questi tre chef. È ovvio che è questione di tempo prima che raggiungano il numero uno. In Enjoying si cerca sempre l'eccellenza, per migliorare ciò che c'è perché è impossibile migliorare. Ma con i piedi per terra e dalla massima umiltà, una virtù insolita nella corporazione di cucina ma inerente a questo trio.

Piatti di alto livello si susseguono nel menù, in cui tutto l'ingegno degli chef, la loro enorme tecnica, sono messi al servizio del divertimento del commensale. Sensazioni magnifiche in cui anche la stanza gioca un ruolo importante. Una squadra eccellente, affidabile, amichevole, senza rigidità, sei indispensabile ma con la massima professionalità. Non c'è la card, solo due menù a 235 euro. Uno con i classici della casa, un altro con le creazioni di stagione. Il ristorante si trova proprio di fronte al mercato El Ninot di Barcellona.

Alcuni tavoli all'ingresso e un lungo corridoio che delimitava la grande cucina a vista attraverso la quale i commensali accedono alla sala da pranzo principale, che disponeva di un piacevole patio con giardino. Scegli il menù che il cliente sceglie, va di sorpresa in sorpresa. Alcuni 'snack' croccanti a base di parmigiano, basilico e curry fatti al microonde che ricordano la consistenza di una cialda. Oppure il burro affumicato con caviale, lavorato con una tecnica che permette di aerare il grasso. Oppure il pesto multisfera, altra novità dei tre chef. Oppure le nocciole, sempre presenti nei menù. Ad esempio le mandorle, in una sequenza che termina con un 'empedrat' che unisce tenere e cotte (con una consistenza che ricorda i fagioli), olive nere, pomodoro e nasello al posto del tradizionale merluzzo. In un bicchiere un brodo di fagioli genuini.

Spettacolare rivisitazione della ricetta tradizionale. O la peculiare versione del 'vitello tonnato' con fegato di rana pescatrice che dava consistenza e sapore diverso. Oppure gli asparagi laminati a cui viene poi data la propria forma, utilizzando il tuorlo di mandarino per la punta e avvolgendo all'interno un gelato ricavato dalla stessa verdura per intensificarne il sapore. Oppure l'entrecôte al pepe verde: il succo, molto ridotto, in un cucchiaino; carne macinata come in una 'tartare di bistecca'; e condirlo in un bel gelato. Ma tra tante eccellenze, preferisco quello che è stato senza dubbio il suo piatto di punta fin dall'inizio: il pane cinese. Un 'bao' ripieno di caviale e panna acida. Magnifico morso, pura delicatezza, pieno di sapore. In pochissimi posti vogliamo che il menu continui a tempo indeterminato. Il divertimento è uno di questi.