La presidente del Perù insiste perché non si dimetta e si avvolge nelle forze armate e nella polizia

In una conferenza stampa durata più di due ore e sostenuta dai ministri e dai capi delle forze armate e della polizia, il presidente del Perù, Dina Boluarte, è apparso questo sabato per denunciare le crescenti voci di dimissioni dall'incarico e rivelare al congresso che approvi l'avanzamento delle elezioni.

"Il Congresso deve riflettere e lavorare per il Paese, l'83 per cento della popolazione vuole elezioni anticipate, quindi non cercare scuse per non anticipare le elezioni, votare per il Paese, non nasconderti dietro un'astensione", ha affermato bolarte.

"È nelle vostre mani, deputati, anticipare le elezioni, l'Esecutivo ha già ottemperato presentando il disegno di legge", ha aggiunto il capo dello Stato, accompagnato dai ministri, il capo del Comando congiunto, Manuel Gómez de la Torre; e dalla Polizia, Víctor Zanabria.

Ieri, venerdì, il Congresso ha votato contro la proposta di anticipare le elezioni per dicembre 2023, in cui si affermava che l'amministrazione della presidente Dina Boluarte e del Congresso terminerà nell'aprile 2024.

Boluarte ha raccontato la situazione che ha scosso il Paese da quando è salito al potere il 7 dicembre: “Ho cercato la Chiesa perché siano intermediari del dialogo tra i gruppi violenti e noi” e quindi “per essere capace di lavorare in modo fraterno e ordinato all'interno dei canoni della legge”, ha rivisto.

«Ho cercato la Chiesa perché possa essere intermediaria del dialogo tra i gruppi violenti e noi»

Dina Bolarte

presidente del Perù

"Non possiamo generare violenza senza motivo, il Perù dopo la pandemia non può fermarsi, il Perù dopo la guerra tra Russia e Ucraina ha problemi da risolvere, come il caso dell'urea", ha chiarito.

“A questi gruppi in conflitto, che non sono tutto il Perù, chiedo: che scopo hanno chiudendo aeroporti, bruciando stazioni di polizia, procure, stabilimenti della magistratura? Queste non sono marce pacifiche o rivendicazioni sociali", ha osservato Boluarte.

Molestato dal maschilismo

La presidente ha anche fatto eco al dibattito sui social tra analisti e opinion leader che le chiedono di dimettersi dalla presidenza, mentre altri chiedono che resista e non lasci l'incarico. E' per questo che Boluarte ha risposto a questa polemica denunciando l'esistenza di "machismo" nei suoi confronti dietro le voci che ne chiedevano le dimissioni.

“Voglio dire mettendo i fratelli maschi: NO al machismo. Perché sono una donna, la prima donna che si assume una tremenda responsabilità nel bel mezzo della crisi. Non c'è alcun diritto per le donne di poter assumere con nobiltà questa responsabilità che il popolo peruviano mi attribuisce?”, ha chiesto Boluarte.

Secondo il sondaggio dell'Istituto di studi peruviani, condotto tra il 9 e il 14 dicembre, il 44 per cento approva che Pedro Castillo abbia cercato di sciogliere il Congresso. Di questo universo, il 58 per cento degli intervistati è al Sud e il 54 per cento al Centro. Inoltre, secondo il sondaggio, il 27% approva la gestione di Castillo.

Una persona ha protestato contro un poster contro il presidente Dina Boluarte durante una protesta davanti al Palazzo di Giustizia di Lima.

Una persona ha manifestato con un cartello contro il presidente Dina Boluarte durante una protesta davanti al Palazzo di Giustizia di Lima e

Mentre Boluarte teneva la sua conferenza stampa al Palazzo del Governo, a pochi metri di distanza, il capo della Polizia Antiterrorismo (Dircote), Óscar Arriola, è entrato con un gruppo di agenti, senza la presenza di un pubblico ministero, nei locali di la Confederazione contadina del Perù, fondata nel 1947.

"Secondo il generale Oscar Arriola, c'erano 22 contadini, che secondo lui erano in flagrante delitto di terrorismo, senza prove solo perché avevano striscioni, passamontagna, e non c'era nessun pubblico ministero presente a garantire i loro diritti". ha detto la deputata alla ABC a sinistra Ruth Luque.

“Ho chiesto alla Procura nazionale che arrivasse il pm, cosa che ha fatto, e speriamo che il procedimento si concluda senza arresti. Dietro il 'terruqueo' (atto di accusare qualcuno di essere un terrorista), quello che vogliono è seminare la logica che la protesta è sinonimo di terrorismo”, ha concluso Luque.

“Lo stato di emergenza toglie l'inviolabilità del domicilio ma non autorizza la Questura a trattenere i cittadini senza motivo e tanto meno sospende le garanzie procedurali. I locali diventano dimostranti e fungono da case e rifugi. In che modo ciò trasgredisce la norma?", ha detto alla ABC la deputata di sinistra, Sigrid Bazan, "il vero motivo della polizia è perseguitare i manifestanti e intimidirli, è un atto discriminatorio che deve essere ripudiato".