Il Vaticano rivela tre mummie preispaniche in Perù

Il Vaticano rimpatrierà in Perù le mummie molto preispaniche che furono donate nel 1925 e che sono conservate nel Museo Etnologico della Santa Sede. Papa Francesco ha ricevuto ieri in udienza privata il nuovo ministro degli Affari esteri del Paese andino, César Landa, che ha firmato anche il rimpatrio di queste antichità insieme al presidente del governo della Città del Vaticano, il cardinale Fernando Vérgez Alzaga.

Secondo un comunicato dei Musei Vaticani, questi pezzi artistici saranno indagati per determinare il periodo di origine delle mummie. Resta inteso che questi resti sono stati ritrovati a tremila metri di altezza nelle Ande peruviane, lungo il corso del fiume Ucayali, affluente dell'Amazzonia.

Le mummie furono prestate per l'Esposizione Universale del 1925 e in seguito rimasero nel Museo Etnologico Anima Mundi, una sezione dei Musei Vaticani in cui sono conservati chilometri di ristoranti preistorici provenienti da tutto il mondo e risalenti a più di due milioni di anni.

“Grazie alla buona disposizione del Vaticano e di papa Francesco, è stato possibile effettuare il ritorno, come corrisponde. Sono venuto un abbonato che record. Nelle prossime settimane arriveranno a Lima”, ha commentato Landa in dichiarazioni alla stampa.

«È valorizzata la sensazione condivisa con papa Francesco che queste mummie siano più che oggetti che esseri umani. Resti umani che devono essere seppelliti o valorizzati con dignità nel luogo da cui provengono, cioè in Perù”, ha aggiunto.

Il ministro peruviano ha spiegato che da diversi anni la situazione era nota e la volontà del Vaticano di restituirli si è concretizzata nel pontificato di Francesco.

Ha anche ricordato che il Perù sta recuperando materiale archeologico dagli Stati Uniti e dal Cile, tra gli altri paesi, e spera che questa linea continui.

Landa è in tournée in Europa per sostituire il presidente Pedro Castillo, a cui il Congresso peruviano ha negato il permesso di viaggiare all'estero. Il ministro ha sottolineato che l'udienza con il Pontefice "è stata un gesto magnanimo da parte del Papa per augurare che la situazione non solo politicamente ma anche socialmente migliori" nel Paese.