aumento "a sorpresa" della quota e diminuzione del forfait

L'attuazione del nuovo sistema contributivo che baserà i contributi degli autonomi sul loro reddito reale avanza più di un grattacapo per gli oltre tre milioni di lavoratori che compongono il gruppo. Già il fatto che i lavoratori debbano fare i preventivi reddituali entro la fine di febbraio e comunicare il risultato all'Amministrazione attraverso un applicativo informatico per adeguare la contribuzione mensile presuppone uno sforzo straordinario per un gruppo che si preannuncia buono start-up, sempre peggio, delle loro imprese.

Si sono verificate almeno due circostanze che hanno sollevato le lamentele dei lavoratori autonomi. Da un lato, la Previdenza Sociale ha addebitato a quasi 8.000 nuovi lavoratori autonomi l'attuale canone minimo, a cui si aggiunge la maggiorazione del Meccanismo intergenerazionale di equità (MEI) dello 0,6%, invece del forfait di 80 euro.

Come ha riconosciuto la Previdenza Sociale, questo addebito è stato causato da un errore informatico e nei prossimi giorni verrà rimborsata la differenza, che supererà i 200 euro.

Il ministro dell'inclusione, della previdenza sociale e delle migrazioni, José Luis Escrivá, ha confermato che "nei prossimi giorni" 8.000 residenti saranno reintegrati e verrà importato il taglio alla previdenza sociale che hanno sovraccaricato a causa di un errore amministrativo.

“Siamo partiti con un nuovo sistema e chi ha diritto a una quota particolarmente ridotta non ha applicato quel criterio. Sono 8.000 persone su 3,5 milioni (...) Questi errori amministrativi, quando si avvia una nuova procedura, a volte si verificano ma andranno subito corretti", ha spiegato il ministro in un'intervista radiofonica.

In particolare, la Previdenza Sociale ha addebitato il normale importo minimo per i nuovi lavoratori autonomi, quelli che si sono iscritti tra il 1° e il 9 gennaio, invece degli 80 euro del forfait che loro corrispondevano. Per questo motivo l'Erario provvederà indicativamente al rimborso dei canoni d'ufficio ai soggetti interessati dalla differenza tra gli 80 euro che corrispondono al forfait e il canone fatturato.

Allo stesso modo, la Previdenza Sociale calcolerà correttamente le indennità per i mesi di febbraio e passerà gli 8.000 autonomi interessati all'esclusiva riscossione di 80 euro di forfait. Inoltre, a questo punto, spiegano dall'Ata che a questa quota ridotta si aggiunge anche lo 0,6% del MEI e come sottolineano, “perché così rimarrai”. Quindi faranno notare che chiederanno un'eccezione alla previdenza sociale per questi lavoratori.

Sovvenzione alla quotazione

Sistemata questa prima assurdità, invece, è avvenuta una manovra dell'Amministrazione che ha provocato anche la denuncia e l'indignazione di migliaia di lavoratori autonomi. Si tratta di un aumento di quota tra i 30 ei 100 euro che molti di loro non si aspettavano.

A questo punto, va ricordato che i lavoratori autonomi, al momento dell'iscrizione al Regime Speciale (RETA), possono optare per l'aggiornamento automatico della base contributiva in funzione dell'ordinamento legislativo che scaturisce dall'approvazione dei Bilanci Generali. In altre parole, ci sono lavoratori autonomi la cui base contributiva viene automaticamente innalzata ogni anno con l'aggiornamento delle basi effettuato dal Governo.

Ma quest'anno la sorpresa è stata doppia. Da un lato, dopo l'approvazione delle pensioni all'8,5% e l'annuncio dell'aumento dell'8,6% delle basi massime, non era chiaro se questo valesse anche per questi lavoratori autonomi soggetti ad aggiornamento automatico. A maggior ragione, tenendo conto che fino a questa settimana non si sapeva l'aumento della base contributiva minima, che alla fine sarà dell'8%.

Infine, nell'ordine delle disposizioni generali delle basi e delle tipologie contributive pubblicate il 31 dicembre, la Previdenza Sociale ha confermato che tutte autosufficienti con il sistema di aggiornamento automatico registrerebbero un aumento della base dell'8,6%.

Anche se l'aumento delle tasse tra i 30 ei 100 euro deve, oltre all'aggiornamento delle basi, avere un aumento dell'aliquota contributiva. Come spiega l'associazione dei lavoratori autonomi ATA il lavoratore autonomo è venuto pagando un'aliquota contributiva del 30,6% che è passata al 31,2% a gennaio 2023 per effetto delle condizioni dello 0,6% corrispondenti al MEI.

problemi di marcia

Da parte del collettivo, infine, si teme che queste novità introdotte dal Governo con scarsa opera preventiva di diffusione possano creare problemi a marzo, quando i lavoratori autonomi avrebbero dovuto comunicare all'Erario Generale della Previdenza Sociale la previsione di reddito netto per adeguare la tranche e la rata mensile da pagare.

Ricordano da ATA che molti lavoratori autonomi stavano 'facendo i conti' da prima della fine dell'anno per potersi adeguare al nuovo modello contributivo basato sul reddito reale, e che le modifiche introdotte con una forza lavoro scarsamente informativa dal L'amministrazione comporterà che molti lavoratori dovranno tornare sui loro calcoli per eseguirli con le nuove norme di base.