Giustizia promuove dichiarazioni in videoconferenza per risparmiare tempo e denaro Notizie legali

Sebbene siano attualmente in corso procedimenti giudiziari attraverso la mediazione digitale, come informazioni personalizzate generali, procure e ratifiche di mutuo accordo in materia di divorzio o separazione o riunioni di eredi, intende estenderlo ad altri procedimenti legali al fine di snellire le procedure ed evitare spostamenti, a priori, necessari, ma sempre con piena garanzia legale.

Buongiorno, Il Ministero della Giustizia ha presentato un progetto di mediazione e presenza digitale che consente ai cittadini e agli operatori della giustizia di confrontare atti giudiziari in videoconferenza. È il Virtual Desktop of Digital Immediacy (EVID), uno strumento che rende possibile la firma digitale e l'identificazione dei partecipanti.

pilota

A Murcia e Palencia sono già stati realizzati i primi progetti pilota. Così, Miguel Ángel Soler, segretario coordinatore della Corte superiore di giustizia di Murcia, ha indicato che sono state realizzate 183 azioni di immediatezza in cui “è stato impedito lo sfollamento di 350 persone, con il conseguente risparmio che ciò comporta”.

Miguel Hermosa, avvocato dell'Ordine degli Avvocati di Palencia, ha sottolineato il valore della mediazione nel risparmiare tempo, “andando a 5-10 minuti per effettuare un processo di accettazione del carico peritale che in precedenza prevedeva uno spostamento di diverse centinaia di chilometri”.

Razionalizzazione

Il ministro della Giustizia, Pilar Llop, ha evidenziato che "questo processo mira a migliorare la vita delle persone non dovendo viaggiare per svolgere procedimenti giudiziari, ridurre i costi economici e il tempo, soprattutto coloro che vivono in luoghi a bassa densità di popolazione e il cui sfollamento costi". Inoltre, assicurarsi che avrà anche un impatto positivo sull'ambiente.

Il procedimento tecnico è stato predisposto in collaborazione con la Segreteria di Stato per la Digitalizzazione e l'Intelligenza Artificiale (SEDIA) e l'Agenzia dell'Amministrazione Finanziaria dello Stato, di cui ha integrato il proprio sistema Cl@ve, che funge appunto da interfaccia per il funzionario dell'Amministrazione della Giustizia può identificare in modo sicuro le persone che partecipano ad atti remoti.