I bar di Benidorm vengono chiusi per protesta contro le bollette elettriche "astronomiche".

Gli albergatori di Benidorm e della provincia di Alicante rappresentati da Abreca e Fehpa si sono uniti questo martedì per 15 minuti al "blackout energetico", una protesta insieme ai loro colleghi di altre destinazioni turistiche in Spagna contro l'aumento dei prezzi dell'elettricità negli ultimi mesi.

La chiamata è arrivata dalla federazione nazionale dell'ospitalità della Spagna e si è sviluppata tra le 19:19.15 e le XNUMX:XNUMX, simbolo del disagio della gilda a questo costo alle stelle.

"A Benidorm, l'incidenza della bolletta elettrica è stata più evidente che in altri luoghi perché il prezzo massimo coincide con l'alta stagione estiva", spiega Alex Fratini, portavoce dell'associazione dei ristoranti Abreca.

In particolare, nella cosiddetta tariffa 3.0td per le aziende, il prezzo più alto viene applicato a luglio e la media ad agosto, "così che insieme al consumo più elevato del settore a Benidorm, sono diventate fatture con importazioni astronomiche". Fratini l'ha vissuta in prima persona, con uno scontrino da 11.000mila euro la scorsa estate, e ha sintetizzato la situazione come "furto elettrico".

La pressione è diffusa in tutti i settori e questa protesta ha aderito anche all'Associazione provinciale degli imprenditori dell'ospitalità di Alicante (Fehpa).

Chiedono al governo lo status di consumatore "intensivo".

A nome di tutti, Hospitality of Spain ha proposto al governo di Pedro Sánchez alcune misure per alleviare questa corsa inflazionistica dell'energia. Suggerisce fin dall'inizio di "rivedere" il sistema di calcolo delle tariffe.

Locandina del bando per il "black out energetico".

Locandina del bando per il "black out energetico". abc

Dato che il settore ha subito "un cambiamento radicale" nella sua struttura dei costi, deve essere riclassificato e avere uno status simile a quello di un consumatore "elettro-intensivo".

Ha anche preteso dall'Esecutivo "bonus energia elettrica" ​​con l'eccedenza di aiuti non concessi a causa della pandemia di coronavirus, 3.000 milioni di euro, per investimenti in rinnovabili e autoconsumo. E promuovere sistemi di acquisto di gruppo e aste di contrattazione, tra le altre misure.